"Umido"
Siamo quello che rimane, dopo aver mangiato
Un autoritratto intimo
Lo potete trovare nel numero di Luglio di Clic.hé, Webmagazine di fotografia e realtà visuale
Ci nutriamo come macchine, generazione di bulimici, anoressici, ortoressici.
Facciamo il pieno di micro-nutrienti
e macro-elementi, chiamiamo carboidrati spaghetti e maccheroni, riduciamo la verdura a fibre insolubili e polifenoli, la frutta ad antiossidanti e sali minerali.
Classifichiamo il cibo prima di
ingerirlo e, coerentemente, differenziamo gli scarti in base alla composizione: l’organico, che chiamiamo umido, lo gettiamo nel secchiello marrone.
Ma per me l’umido sono bucce di pesca e melone che
ancora profumano, foglie di insalata croccante, pomodori e gambi di cavolfiore,
che raccolgo in un secchio e restituisco alla terra.
Queste foto raccontano il mio
umido e sono, anche queste, una forma
di auto-ritratto.
Nessun commento:
Posta un commento