sabato 22 luglio 2017

"Umido"

Siamo quello che rimane, dopo aver mangiato
Un autoritratto intimo

Lo potete trovare nel numero di Luglio di Clic.hé, Webmagazine di fotografia e realtà visuale


Ci nutriamo come macchine, generazione di bulimici, anoressici, ortoressici.

Facciamo il pieno di micro-nutrienti e macro-elementi, chiamiamo carboidrati spaghetti e maccheroni, riduciamo la verdura a fibre insolubili e polifenoli, la frutta ad antiossidanti e sali minerali.
Classifichiamo il cibo prima di ingerirlo e, coerentemente, differenziamo gli scarti in base alla composizione: l’organico, che chiamiamo umido, lo gettiamo nel secchiello marrone.

Ma per me l’umido sono bucce di pesca e melone che ancora profumano, foglie di insalata croccante, pomodori e gambi di cavolfiore, che raccolgo in un secchio e restituisco alla terra.

Queste foto raccontano il mio umido e sono, anche queste, una forma di auto-ritratto. 


Nessun commento:

Posta un commento